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Immagine del redattoreMaria Rita Trecci Gibelli

SIAMO FIERI E ORGOGLIOSI DI COMUNICARE CHE SIAMO STATI PREMIATI CON IL PREMIO IMPRESA SOSTENIBILE 2024 DEL SOLE 24 ORE

FORUM SOSTENIBILITÀ 2024

 

VIRTUOSA E NECESSARIA, LA TRANSIZIONE ENERGETICA DELLE IMPRESE TRA ADAPTATION E ONE HEALTH

Più tasselli per valorizzare la storia, così titola il paragrafo del Sole 24 Ore dedicato a noi!

 

Abbiamo conquistato il secondo posto nella categoria della SOSTENIBILITÀ ECONOMICA      “per le iniziative messe a punto al Castello di Gropparello, che includono una Taverna Medievale specializzata in cucina storica, corsi e visite guidate in costume, forniture Slow Food, utilizzo di un orto con permacoltura a basso consumo idrico e attività didattiche anche on line, superando i 70.000 visitatori all’anno”.



Con queste parole ci ha premiato - nella categoria SOSTENIBILITÀ ECONOMICA, al “Forum Sostenibilità” di mercoledì 23 ottobre - Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 Ore e di Radio 24, nonché presidente della giuria.


Ha ritirato il premio la nostra castellana Maria Rita Trecci Gibelli, proprietaria, vicepresidente e Project & Events Manager. Nonché protagonista delle avventurose vicende economiche messe in atto per acquistare il Castello di Gropparello e farne il cuore di un’attività volta a mantenerlo e implementarne il valore economico, culturale e socio-ambientale come motore di sviluppo di un territorio.


La categoria nella quale siamo stati premiati comprende “le innovazioni e i processi virtuosi sviluppati e introdotti per generare lavoro, mantenere sul territorio il valore aggiunto, combinare le risorse in maniera efficace e promuovere una crescita duratura degli indicatori economici, dando sostentamento al sistema territoriale”.



I NOSTRI PUNTI VINCENTI

·      L’attività che abbiamo costruito nel tempo si è strutturata innestando i propri cardini nel territorio, sia traendo dal paese stesso molti collaboratori - specializzandoli attraverso investimenti in formazione – sia portando a vivere nel territorio persone venute da fuori, sia collaborando con attività del territorio.

·      La visione lungimirante legata al bisogno di ottimizzare le risorse e risparmiare sui costi per non sacrificare la qualità e gli stipendi, hanno spinto a continui e progressivi investimenti, che negli anni si sono dimostrati vincenti per la nostra crescita e per la ricalibratura continua dell’equilibrio finanziario e del benessere aziendale.

·      Costruzione di padiglioni adatti ad accogliere gruppi, turisti ed eventi in qualsiasi condizione climatica, mettendo a frutto gli spazi esterni dei giardini: bello e utile. Inoltre, la loro predisposizione - in fase di progettazione - all’aggiunta di pannelli solari ci ha permesso di implementare successivamente e tempestivamente  gli impianti  proprio a cavallo dell’aumento dei costi di energia;

·      l’utilizzo di fornitori locali e non, attenti alla sosteniblità, scelti per nostra etica ha prodotto anche un aumento di valore del nostro lavoro agli occhi delle aziende clienti certificate B Corp;

·      la scelta di passare dai contratti di collaborazione coordinata e continuativa ai contratti di assunzione, ha permesso ai nostri dipendenti, anche a quelli stagionali, di fermarsi e investire sul territorio acquistando case attraverso mutui e contribuendo alla crescita del paese e al ripopolamento del territorio

 

UN PREMIO SIMBOLO DI PROGRESSO ED EVOLUZIONE

Il premio “Impresa Sostenibile”, istituito dal Sole 24 Ore con il patrocinio della Pontificia Accademia per la Vita, in collaborazione con la Piccola Industria di Confindustria e con Zest come Ambassador, ha lo scopo di valorizzare le imprese che si collocano nel solco della trasformazione delle pratiche aziendali finalizzate a un nuovo modello di produttività che soddisfi i bisogni della società attuale – migliorandone e allargandone l’efficacia – costruendo al contempo un futuro più solido per le prossime generazioni del mondo.

 

Invertire il trend ereditato, che si sta dimostrando distruttivo, per trovare un nuovo equilibrio uomo-ambiente, lavoro-ambiente, uomo-lavoro. Una coesistenza più pacifica e benefica che possa illuminare le prossime azioni dell’umanità, a partire dalle aziende.

 

PER NOI IL PARCO DELLE FIABE È STATO LA VIA

·      Come Passato & Futuro abbiamo dedicato tutto il nostro lavoro al passaggio dei Valori ai bambini, ai ragazzi, al servizio delle famiglie e delle scuole, costruendo un’offerta di attività ed esperienze che mettono l’uomo e i suoi bisogni (fisici, intellettuali, emozionale, morali) al centro, e coniugandoli con la natura del bene che avevamo acquisito, ovvero un castello antico circondato da un comprensorio ofiolitico – le Gole del Vezzeno - che costituisce un suggestivo scenario naturale.

 

·      Il circolo virtuoso che si è creato parte dalla PASSIONE, che ha portato a INVESTIRE L’INTERO CAPITALE e tutte le risorse umane disponibili in un progetto unico, frutto di UNA VISIONE, un SOGNO. Ne è scaturita la COSTRUZIONE DI UN’ATTIVITÀ realizzata con l’apporto di TALENTI di persone VOCATE ALLO STESSO SOGNO, che magari mal volentieri di sarebbero adattate ad altri tipi di lavoro, e che qui hanno trovato terreno fertile per uno sviluppo professionale di alto profilo. Si tratta spesso di persone DEL TERRITORIO, che hanno sviluppato una professionalità e sono state formate anno dopo anno, declinando le formazioni in modo flessibile per andare incontro alle esigenze del pubblico e del mercato.


·      Nell’ingrandire l’attività abbiamo gradualmente ampliato la nostra offerta, aggiungendo un ristorante, che ha dato lavoro a un nuovo comparto di persone, sempre del territorio, e al contempo  ha risposto a nuove esigenze della nostra clientela, affiancando un servizio di ristorazione ai turisti in visita al castello…

·      Questo felice connubio ha ampliato le possibilità di vendita, allargando la clientela alle aziende. È sorta così la necessità di nuovi spazi, come una sala meeting, padiglioni chiusi per attività di lavoro divisi in gruppi, per buffet itineranti, per mostre e presentazioni.

 

·      Il ristorante ha fatto una lunga strada, formandosi una storia ricca di scenari che si sono trasformati anno dopo anno. Cene a tema, cucina storica, prodotti locali, ricette di famiglia, veganesimo, intolleranze hanno plasmato uno stile di cucina che si affinava sempre più nell’inclusività, fino a fare un balzo in avanti verso l’Alleanza di Slow Food, culmine del raggiungimento di un ventaglio di fornitori (molti locali) guidati dalla passione per il loro lavoro, dall’innovazione indispensabili alla sostenibilità, dal recupero di specie e tecniche antiche, per arrivare a raggiungere un cibo buono, pulito e giusto per la salute e l’ambiente.

Quindi una One Health Vision spontanea che ci ha coinvolto e catturato storia dopo storia, e che è diventata parte integrante della nostra filosofia di vita.


Uno dei focus del meeting riguarda il beneficio enorme che le aziende traggono dal passaggio a un modello economico basato sulla sostenibilità ambientale, che può così rappresentare una leva strategica per la competitività industriale del futuro. L'obiettivo è tracciare una rotta verso una crescita economica che faccia della sostenibilità non solo un valore etico, ma anche una strategia industriale vincente”.


APPROFONDIMENTO SUL FORUM

 

L’evento, giunto alla sua terza edizione, nasce da una collaborazione fra il gruppo editoriale del Sole 24 Ore e la Santa Sede, perché in una visione davvero ampia e intelligente la vita non è possibile senza alleanze e relazioni fra esseri umani, basate su un concetto di economia e guidate da valori etici e morali. Senza questo presupposto, si va verso la distruzione.

 

“Si affianchi un serio modello sociale alla tecnologia”, perché la tecnologia ci aiuta, e non possiamo farne a meno. Ma diventa sbagliata se scavalca, calpesta o sostituisce gli uomini.

Nella visione della Chiesa (come nel Rinascimento) l’uomo è al centro. L’invito è quello rimettere l’uomo, e le relazioni fra gli uomini, al centro.

Don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro della CEI, ha parlato molto di scardinare alcune visioni obsolete e aggressive dell’uomo rispetto al pianeta che abitiamo, portando la visione di Ecologia Integrale di cui parla Papa Francesco: quella visione cioè per cui ogni cosa è interconnessa al resto. Nessuno di noi è isolato, l’Occidente è collegato all’Oriente e il nord del mondo è collegato al sud del mondo. Non solo!

 

Sono connesse le questioni vitali del nostro tempo, l’uomo è connesso alla Terra, e al regno animale – come ricorda anche la Professoressa Paola Roncada, ordinario di malattie infettive degli animali dell’Univ. Degli Studi della Magna Grecia di Catanzaro. Scendendo da una visione più filosofica e spirituale a un piano più sociale ed economico, eventi recenti come il covid hanno dimostrato come davvero dipendiamo gli uni dagli altri, anche ai due lati opposti del pianeta. E come dal regno animale a quello umano possa diffondersi il malessere. Per fare un altro esempio, la peste suina non colpisce l’uomo direttamente, ma le economie sì perché ha intaccato produzioni importantissime per intere regioni e comunità.

Si accenna poi alla visione di un Giubileo in Verde: riempire la città di persone è qualcosa che rende invivibile la città a chi ci vive. La sfida: creare un sistema di trasporti e di eventi che non metta Roma in una situazione di pressione e di invivibilità. Pensare cioè a un GIUBILEO più GREEN.

 

Questo pensiero fa eco alle parole già espresse da Sabrina Alfonsi, Assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti del Comune di Roma. Nel fare gli onori di casa, l’Assessora ha introdotto il tema della città come organismo altamente inquinante, riportando numeri che fanno riflettere. Quanta parte del mondo occupino e quanta umanità ospitino le città della Terra – numeri destinati a crescere vertiginosamente - e quanto beneficio si potrebbe trarre – si DEVE trarre – da una loro conversione a modelli virtuosi e sostenibili dal punto di vista ecologico. Le azioni da mettere in campo sono tante, ma le tecnologie sviluppate e la sempre crescente presenza di aziende specializzate nella riqualificazione urbana stanno rendendo questo sogno - fino a poco tempo fa utopistico – possibile e concreto. Compreso l’altro grande tema che resta nell’ombra delle civiltà “evolute” ma ha tanta parte nella devastazione dell’ambiente: lo smaltimento dei rifiuti. Reinserire i rifiuti nel ciclo di auto-mantenimento delle città significherebbe smettere di gettare scorie ai bordi del mondo, ma farsene carico con responsabilità, intelligenza e successo. Trasformare un carico in una risorsa è un’alchimia sempre salvifica.

 

Risorsa è un’altra parola chiave, ripetuta da Don Bignami – l’uomo non deve pensare di sfruttare le risorse naturali come se fosse padrone della natura – e che ha molto approfondito naturalmente Francesca Ciardiello, in qualità di Head of Sustainability di Eni. Stiamo, come è noto a tutti, utilizzando risorse destinate a esaurirsi. La transizione ecologica in questo caso riguarda lo stravolgimento di un sistema mondiale, economico ma anche pratico e produttivo. Dobbiamo sviluppare e applicare nuovi modi di produrre energia pulita e rinnovabile, mentre continuiamo a utilizzare quella prodotta da carburanti fossili, perché il processo di decarbonizzazione sia messo a terra con i passaggi necessari a rendere possibile il mantenimento del benessere di tutti. Perché tutti gli uomini della Terra hanno bisogno dell’energia per il proprio benessere. E il benessere è un diritto da difendere ed estendere a tutti.

 

Normalmente noi parliamo di sostenibilità pensando al risparmio energetico e al risparmio di risorse,ma non è sostenibile nulla che non metta al centro l’essere umano e la relazione fra le persone. Anzi, fra tutti gli esseri viventi. Quindi anche fra uomo ed eco-sistema. Qui si introduce il concetto di One Health: un’unica salute. Una visione olistica basata sul riconoscimento che la salute umana, quella animale e quella dell’eco-sistema siano legate indissolubilmente.

 

Come ha ricordato con grande chiarezza sempre Don Bignami, l’Enciclica “Laudato sii” apre la riflessione su cosa significhi abitare questo pianeta oggi: vivere questo tempo e questo pianeta significa amarlo. Amare il pianeta e amare gli altri uomini. E quindi significa anche mettere in conto le sfide a cui la sostenibilità ci mette davanti. La speranza è parte della visione sostenibile delle aziende, perché laddove c’è la volontà di andare verso una riconversione delle pratiche aziendali verso modalità sostenibili, allora rinasce la prospettiva del futuro, e col futuro ritorna la speranza: se c’è futuro, c’è vita. Dobbiamo smettere di distruggere, e cominciare a costruire per mantenere.  

 

Dobbiamo tenere insieme salute, lavoro, cura delle persone – appassionatissimo e appassionante l’intervento della Ministra Alessandra Locatelli, del Ministero per le disabilità, che oltre a riportare i progetti e numeri legati ai finanziamenti al supporto alle famiglie e ai care-giver, ha ricordato come ciascuno di noi - anche solo per brevi periodi legati alle età della vita o a patologie passeggere ma invalidanti - si trovi prima o poi toccato dal problema, e vada compreso e accompagnato in questo percorso, anzichè lasciato solo. Un intervento che parla di aprire il cuore e l’ascolto ai bisogni degli altri, e di dare assieme al sostegno pratico anche un sostegno emotivo, empatico. Mettersi insomma nei panni gli uni degli altri per diventare più “compatti” di fronte alle fragilità delle nostre comunità umane, presenti e parte integrante a tanti diversi livelli della società – scuola, comunità, ambienti di lavoro, turismo.

 

Perché l’uomo ha tanti bisogni diversi, molti dei quali sono morali. Relazioni, affettività, inclusione. In una parola: dignità.

 

Se noi quindi impariamo a rimettere al centro i bisogni, l’amore, la voglia di prenderci cura… Se noi ci alleniamo, come ha detto don Bignami, a non dare per scontato ciò che “abbiamo”, a sentirci beneficati della vita, degli altri e del mondo in cui viviamo e a costruire relazioni benefiche, allora il mondo ha speranza di continuare a vivere.

 

Quindi la sostenibilità delle aziende, in tutti i settori, intesa come sostenibilità propria interna, ma anche come sostenibilità verso l’esterno, cioè sviluppare pratiche e soluzioni per i propri clienti che possano accompagnarli verso la transizione ecologica - come ha raccontato Stefano Capelli a proposito del gruppo Almaviva del quale è Chief Sustainability Officer e responsabile Qualitàè la leva fondamentale per la competitività industriale del futuro. Trasformare le aziende in aziende sostenibili significa anche trasformarle in aziende più produttive, con maggior capacità di risparmio, e significa anche investire nel futuro, poiché anticipano pratiche destinate a diventare obbligatorie. Ma attraverso lo sviluppo tecnologico, nel loro caso quello digitale, sono possibili controlli e monitoraggi dall’impressionante impatto economico. I numeri e gli esempi nell’articolo del Sole.

 

Un doppio vantaggio quindi. Qualcosa che qualifica questi imprenditori come “illuminati”. Questa l’espressione utilizzata a inizio evento da Federico Silvestri – Direttore Generale Media & Business del Gruppo 24 Ore e amministratore delegato di 24 Ore Eventi - al saluto di apertura.

 

Biodiversità è un’altra parola chiave, accanto a risorse, relazioni, benessere, interconnessione. L’Italia, come riportato da Riccardo Coratella – Direttore Generale del National Biodiversity Future Centre – è il paese con la maggior biodiversità al mondo (Come se non avessimo già abbastanza benedizioni). La biodiversità influisce sulla salute di tutto, perché la salute della Terra è fondamentale per la salute degli animali che sono in relazione alla salute dell’uomo, che deve restituire il favore alla Terra, se vuole sopravvivere. Insomma, un ciclo perpetuo che deve diventare circolo virtuoso, e questo può succedere solo con l’aiuto e la consapevolezza di tutti.

 

Noi piccole e medie imprese, come detto più volte da tutti i presenti del Sole 24 Ore, siamo la base del tessuto economico e sociale italiano. Siamo realtà fatte di artigianalità, di sogni, di intuizioni messe al servizio delle nostre comunità, nel nostro piccolo. Ma tutti insieme siamo una potenza. È bellissimo scoprire che anche tanti “grandi”, che muovono numeri da capogiro, capitali, che connettono poteri nazionali e internazionali, aziende intercontinentali, miriadi di persone, stanno nuotando al nostro fianco, nella stessa direzione. Ci sono persone che restano persone anche quando arrivano lontano. Ma tutti partono da un inizio, il mondo chiaro e luminoso dell’infanzia, l’idealismo entusiasta e la voglia di vivere della gioventù. Si è parlato tanto anche dei giovani, delle start up, della sensibilità delle generazioni nuove ai problemi del pianeta. 

 

Come Passato & Futuro abbiamo dedicato quasi tutto il nostro lavoro ai bambini, alla scuola, alle famiglie. Abbiamo dedicato il nostro progetto - nato dalla voglia di recuperare un Castello e il suo patrimonio Naturalistico e mantenerlo – alle famiglie e ai bambini. Perché potessero condividere, essere coinvolti, appassionarsi… Crearsi dei ricordi e scoprire delle sensibilità attraverso emozioni forti e pregnanti, che potessero influenzare in modo benefico e lasciare impresso un segno che fosse seme di futuro e speranza. Abbiamo creato un’economia sostenibile non solo a livello finanziario, ma anche a livello morale e filosofico. Abbiamo coniugato la nostra esigenza e la nostra visione progettuale (mantenere in vita il Castello e il Parco) con un’esigenza presente nella società (il bisogno delle famiglie e della scuola di avere un luogo di esperienze per i bambini, che avesse natura, valori, divertimento, cultura e sperimentazione diretta, attraverso il coinvolgimento di corpo e mente).

 

Così facendo abbiamo messo insieme due bisogni che si soddisfavano a vicenda, e il risultato aveva una ricaduta positiva sul presente - creando posti di lavoro, formando operatori culturali coinvolgenti e carismatici, mettendo a valore le passioni delle persone e alimentando il tessuto economico di una comunità che stava morendo, in un paese di alta collina che si stava spopolando – e ha al contempo accresciuto l’interesse attorno a questo tipo di attività, facendo da motore per tantissime altre realtà culturali (musei e  castelli) che si sono mossi nella stessa direzione (visite in costume, laboratori per i bambini, eventi fantasy o a sfondo storico) portando il fenomeno a diventare una realtà sempre più diffusa e consolidata, e alimentando in questo modo il nostro stesso pubblico e lavoro. Abbiamo generato un fenomeno che muove le persone, interi gruppi – aziende, famiglie, scuole, associazioni - creato un lavoro in cui la persona è lo strumento principale, con il suo mondo interiore, con il suo carico di empatia, le sue passioni, i talenti e le peculiarità creative ed espressive. Lo scopo è coltivare l’amore e il desiderio per i castelli, con tutto il loro corredo di storia, natura, cultura, arte, tradizioni, le produzioni, la cucina (ci hanno premiato anche per la Taverna Medievale e per la cucina storica!)… Tutto ciò che emoziona e spinge a scoprire e preservare la cultura come forma di eredità umana, imprescindibile dalla crescita personale e dall’evoluzione sociale. Perché anche secondo noi la passione e l’amore sono la spinta di tutto, e il benessere e la consapevolezza sono tasselli fondamentali dell’evoluzione spirituale dell’umanità.Partire dai bambini e dalle famiglie significa entrare in contatto con la sorgente primaria del sogno. Parlare alla sorgente significa spargere una speranza destinata a crescere e propagarsi. Significa dare chances alla felicità di venire a trovare ciascuno di noi. E nella felicità può germogliare l’amore per gli altri e per il pianeta, il gusto di prendersi cura del creato.


Rimandiamo all’articolo del Sole 24 Ore e al video dell’evento stesso (assolutamente da guardare se siete affascinati dal tema) per i dettagli più pratici, economici e per i numeri. Siamo davvero felici di aver preso parte, e di aver ricevuto il premio, in questo evento magnifico. Il mondo sta camminando con i passi di chi ama la Terra. Speriamo di poter realizzare tutti assieme un futuro di pace e prosperità.



Chiara Maria Gibelli

Maria Rita Trecci Gibelli

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